La fusione a cera persa o microfusione è una tecnica molto antica usata in scultura che si afferma in Grecia nel IV sec A.C. [L’universale – le garzantine] in pratica lo scultore modellava la propria figura in cera su un’anima di terracotta e la ricopriva poi di un secondo strato di terra. La statua così creata veniva cotta, il calore rendeva rigido il guscio esterno e fondeva la cera all’interno creando un’intercapedine che veniva poi riempita con il bronzo fuso. Una volta raffreddato il bronzo si rompevano le anime di terracotta liberando la statua bronzea.
Il processo di fusione a cera persa utilizzato in gioielleria è molto simile, l’orafo lavora un modello dell’oggetto in cera, il modello viene ricoperto di gesso e poi fuso. All’interno del calco in gesso viene colato il metallo scelto (oro, argento, bronzo), una volta raffreddato il gesso viene rotto e il gioiello vede la luce. Per sua natura questa tecnica da vita a pezzi unici, ogni modello in cera da vita ad un solo pezzo.
Dal processo di fusione a cera persa gli oggetti nascono grezzi ed imperfetti, ogni pezzo viene quindi rifinito e lucidato a mano.
La fusione a cera persa: dal modello al bracciale